06/04/2022 | Categoria: Generali
La vera diatriba si scatena, però, quando vengono menzionati i suoi ingredienti più caratteristici. Il Guanciale e il Bacon.
Per risolvere una volta per tutta questa disputa dobbiamo fare un tuffo nel passato e indagare, con gli strumenti del buon senso e della razionalità le origini di questo affascinante piatto.
Partiamo da ciò che sappiamo “per certo”. La Carbonara non viene mai menzionata in alcun ricettario di tutta la penisola prima del secondo dopoguerra. Questo ci impone di procedere a ritroso soltanto avanzando ipotesi.
Tra le innumerevoli ipotesi sulla nascita della ricetta emergono due visioni ben precise. La prima vuole che questo piatto sia nato dalle migrazioni dei popoli appenninici che trasportavano nelle loro bisacce uova, guanciale e pecorino. La carbonara, quindi, risultava essere un pasto da campo comodo e veloce, che poteva essere preparato con una sola pentola.
La seconda ipotesi, invece, riguarda le truppe statunitensi in stazionamento nei dintorni della capitale durante la liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca. Gli americani avevano in dotazione un singolo fornello a gas da poter utilizzare nel campo. Sappiamo con certezza che portavano sempre con loro la «razione K». Una “scatola” che conteneva sempre un tuorlo d’uovo in polvere e pancetta affumicata. Per ragioni di comodità, quindi, gli americani cuocevano la loro razione insieme alla pasta che trovavano a Roma (i rigatoni) utilizzando, anche loro, una sola pentola. Esattamente come i popoli appenninici durante i loro spostamenti. Il vero successo della carbonara, se ci pensate, è proprio questo. È una delle poche ricette che può essere preparata su un solo fornello e con una sola pentola.
Alla luce di questa indagine possiamo quindi scegliere l’ingrediente principale della Carbonara in modo più consapevole con motivazioni di carattere “rievocativo”.
Quando ci accingiamo a comprare gli ingredienti al Supermarket o ad accendere i fornelli in cucina dobbiamo decidere quale “mood” lasciar trasparire dal risultato finale della nostra ricetta.
Vogliamo immaginarci al porto di Civitavecchia negli anni '40, seduti su un muretto, a cantare canzoni Blues in un misto tra americano e italiano oppure vogliamo immaginarci mentre siamo seduti attorno ad un fuoco circondati dai bellissimi paesaggi appenninici dell’Abruzzo o della Toscana con il cielo stellato che ci sovrasta?
Nel primo caso dobbiamo procurarci del Bacon, un vinile di Robert Johnson, un secchiello di Miller ghiacciate e un cappello da Cowboy.
Nel secondo caso, invece, dobbiamo rivolgerci al miglior salumiere della città e procurarci un guanciale di prima scelta a cui abbinare un bel calice di Falerno o un ottimo Vermentino di Gallura e metter su un bel disco di Franco Califano.
Ecco come, secondo il nostro parere, possiamo risolvere la questione senza eccedere in sentimenti nazionalistici e senza lasciarci ingabbiare da una mentalità esclusivamente “purista”.
Buon Carbonara Day a tutti!